Una delle cose che credo renda la discussione sul climate change particolarmente irritante è il fatto che da entrambe le parti piovono accuse di ignoranza e malafede.
Da un lato abbiamo quelli che pensano che chi non è d'accordo con Greta Thunberg debba essere un idiota, disinformato, pagato dalle multinazionali o combinazioni di queste. Ma pure dall'altra si accusa chi invoca un intervento governativo forte sulle emissioni, di essere un sempliciotto, che crede alle visioni di una sedicenne e si sia fatto lavare il cervello dalle lobby ambientaliste o dal governo sempre alla ricerca di nuovi metodi per spremere i contribuenti.
Come avrete capito dalle scorse puntate, io credo sia vero che molte informazioni sulla complessità del problema non siano arrivate al grande pubblico. E credo vi sia una forte tendenza nella nostra società verso il catastrofismo, per cui si è circondati sin dall'infanzia da un fuoco di fila di notizie negative e alla fine si finisce per confondere la reale portata dei problemi. Tuttavia, credo anche che entrambe le posizioni possano essere sostenute con motivi più che validi.
Ma dunque perchè si litiga?
Quando ho parlato della Carbon Tax, ho sottolineato che vi sono una serie di assunzioni cruciali per decidere le politiche da mettere in campo sul tema del cambiamento climatico. Inconsciamente, pur senza conoscere il modello teorico, stiamo litigando su di esse.
Le assunzioni sono difficili perché sono soggettive e per questo è necessaria una discussione politica sulle scelte da compiere. Non vi sono infatti scelte scientificamente più corrette di altre, allo stesso modo in cui la scienza non può determinare se è preferibile il pandoro o il panettone.
Andando nello specifico, la soggettività della questione può essere scissa in due componenti differenti, la prima teoricamente superabile (ma non al momento!), la seconda invece proprio intrisecamente insuperabile
Alcune assunzioni dipendono da come noi pensiamo funzioni il sistema economico moderno. In teoria, potremo raggiungere un consenso "scientifico" sulla questione, ma nella realtà siamo ancora ben lontani da ciò. Questo determina ancora oggi divisioni politiche tra le persone, che hanno spesso obiettivi comuni, ma immaginano mezzi diversi per raggiungerli, perchè non vi è accordo sul funzionamento del sistema.
Alcune assunzioni invece dipendono dai nostri valori e dai nostri giudizi morali. Portando degli esempi concreti: quanto peso diamo alla preservazione dell'ambiente, quanto siamo disposti a sacrificare per esso? Quanta differenza diamo tra 1 euro oggi e 1 euro domani? Su queste e altre simili questioni capirete è intrisecamente impossibile trovare una risposta giusta perchè dipende dalla sensibilità personale.
Il secondo punto lo affronterò nella prossima puntata, qui vorrei invece focalizzarmi sul primo.
Per far ciò vorrei andare proprio a quello che per me è un grande classico del disaccordo politico: centralismo versus potere diffuso.
Facciamo un piccolo passo indietro: semplificando di molto, il sistema economico attuale, si basa su di un cocktail di dirigismo e libera iniziativa, che varia da paese a paese. In alcuni, come USA e in generale l'occidente, la libera iniziativa è il modo principale con cui si organizza la produzione. "Modo principale" non significa ovviamente unico modo e per questo parlavo di cocktail. Infatti ovunque abbiamo componenti dirigiste, pensate alle imprese statali, alle leggi che fissano un salario minimo, che regolano il commercio o che vietano alcune pratiche commerciali (ad esempio la vendita di stupefacenti).
Il Disegno Intelligente
Credo sia abbastanza intuitivo per la popolazione capire le basi logiche del dirigismo, che si fonda su dei passi chiari e lineri:
Abbiamo un problema nella società (ad esempio il Climate Change)
Incarichiamo qualcuno di provvedere a risolverlo (ad esempio il governo, l'ONU, una Commissione di Esperti, un meeting annuale di scienziati)
Questo qualcuno se ne esce con un Disegno Intelligente (ad esempio vietare l'utilizzo di auto non-elettriche, costruire centrali solari ed eoliche, vietare i voli, ...)
Si implementa il Disegno Intelligente e si risolve il problema.
Tale sistema ha molti pregi: è solitamente rapido, soprattutto se scavalca, a volte anche brutalmente, le opposizioni di lobby e interessi particolari, che nella difesa del proprio privilegio, ostacolano la soluzione ottimale per il resto della società.
è abbastanza chiaro che in certe situazioni questo sistema sia superiore. Pensiamo al caso di una guerra totale, in cui un paese intero deve coordinare i propri sforzi in una direzione sola, senza potersi permettere tentennamenti. Ma è anche quello che si verifica generalmente in molti posti di lavoro: una azienda deve prendere decisioni rapide, la gerarchia aiuta.
L'ordine del caos
Tuttavia, quello che osserviamo è che i paesi che hanno scelto la libera iniziativa sono quelli che generalmente hanno visto nell'ultimo secolo espandere incredibilmente il benessere collettivo e la scomparsa di piaghe sociali come la fame o la mortalità infantile. In questo club di paesi sono entrati, o stanno recentemente entrando, anche paesi non strettamente occidentali, come la Cina, che hanno aperto sempre di più le porte al commercio e al sistema capitalista. Al contrario, abbiamo osservato che i paesi che hanno scelto la via "dirigista", con produzione, prezzi e lavoro decisi a livello centrale, hanno causato nel tempo immani tragedie umanitarie (URSS, Cina, Corea del Nord e ultimo arrivato il Venezuela).
Come è possibile?
Il problema è che vi sono un paio di assunzioni nascoste nello schema del Disegno Intelligente
Individuato il gruppo di esperti, per quale motivo pensiamo che queste persone non siano anche loro condizionate dagli stessi problemi delle altre persone? In particolare, informazioni limitate e interessi particolari. Il Disegno Intelligente assume che queste persone, onniscienti o quasi, agiscano per il Bene Collettivo.
Che meccanismo di feedback interviene nel caso le cose non vadano come previsto? Quanto è il rischio cui si va incontro? Il Disegno Intelligente presuppone che la scelta sia giusta, non vi sono errori, perchè deve essere applicato su larga scala.
Queste due assunzioni spesso falliscono.
Esempio di fallimento del caso 1: qualsiasi scandalo di corruzione di organi politici. Spesso non è nemmeno necessario andare nell'illegalità. I politici o i decisori pubblici in generale, sono semplici persone con le proprie preferenze personali. Difficile possano rappresentare tutte le istanze della società, forse sono più informate della media, ma semplicemente non possono avere accesso a tutte le informazioni.
Esempio di fallimento del caso 2: il grande balzo in avanti di Mao, una politica forzata che portò alla morte per fame di milioni di persone per un errore di valutazione. Una volta intrapresa una strada su vasta scala, è molto costoso cambiare rotta.
Ironicamente, spesso il dirigismo fallisce proprio nei problemi più complessi, che toccano la vita di molte persone, quando invece si sarebbe portati a credere che una commissione di esperti sarebbe ottimale. Il fatto è che più il problema è complesso, più gli esperti stanno dimenticando "pezzi di società" nei loro calcoli.
Il funzionamento di un sistema di libera impresa è invece più controintuitivo:
Esiste un problema nella società. Dunque qualcuno sarà disposto a pagare per risolverlo, che sia in moneta sonante o riconoscimento pubblico.
Se qualcuno è disposto a pagare, qualcuno è disposto a lavorare per risolvere il problema. Più il problema è sentito, più catturerà attenzione e gente disposta a lavorarci.
Quando qualcuno crede di avere la soluzione, proverà ad implementarla. Se funziona il mercato correrà ad implementarla, ricompensando chi ha provveduto a inventarla. Se invece non funziona, l'idea morirà molto presto, senza causare grossi rischi.
Il grande vantaggio di questa soluzione è che non vi è bisogno di alcun processo formale di selezione di problemi e commissioni. Tutti possono lavorare ad un problema, se lo vogliono. Tante teste, tante idee, la probabilità che nasca quella giusta da qualche parte nel mondo viene moltiplicata. Inoltre, il rischio di implementazione è quasi zero per la società.
Questo meccanismo è sospetto a molta gente che rimane affezionata al Disegno Intelligente, come coloro che dubitano della teoria evoluzionistica di Darwin in favore appunto di un Disegno Intelligente di un Creatore. La critica è simile: come è possibile che da mutazioni genetiche casuali, sia possibile creare una struttura così perfetta come l'occhio degli animali? Deve averci pensato qualcuno fin dall'inizio. Ugualmente si dice, come è possibile affrontare un tema così vasto e complicato come la fame nel mondo o il Climate Change, affidandosi al caso?
Molto meglio la commissione di scienziati.
E invece così come mutazioni casuali che creano anche solo un piccolo vantaggio, finiscono per creare la perfezione dell'occhio. Allo stesso modo, interazioni casuali basate sul reciproco vantaggio fanno in modo che ogni giorno i nostri supermercati trabocchino di cibo e miriadi di fisici e ingegneri impiegati in università e aziende, lavorino a soluzioni innovative che non ci siamo mai soffermati ad analizzare.
Fino a che punto?
Questa bellissima "macchina collettiva" risolvi-problemi ha purtroppo bisogno ogni tanto di una spinta da parte del decisore pubblico, se il problema collettivo non è adeguatamente tenuto in considerazione dai singoli.
Come spiegavo in una precedente puntata, le emissioni di C02 sono una esternalità, cioè colpiscono tutte le persone, anche coloro che non le hanno emesse. Questo giustifica un intervento legislativo.
Ma fino a che punto? è una questione totalmente aperta.
Prima ancora di entrare nel dibattito su cosa fare, occorre domandarsi quanto sia corretto affidarsi a commissioni di esperti che impongano una politica piuttosto che un' altra. O quanto sia corretto affidarsi ai politici e a loro Disegni Intelligenti. E su che scala è corretto sperimentare soluzioni innovative? Regionale? Nazionale? Mondiale? E se poi queste politiche si rivelano fallimentari? La risposta a queste domande non la conosciamo.
Così, in conclusione, chi chiede misure straordinarie ai politici potrebbe aver ragione, crede che i vantaggi del dirigismo siano maggiori dei rischi. Ma allo stesso tempo chi si pone in contrasto alle iniziative "verdi" potrebbe essere nel giusto, semplicemente questi vede come maggiore il danno dell'ingerenza governativa.
Nel prossimo episodio vedremo invece l'altro fronte caldo: quello dei valori.
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